violettee_wonerland
Mi chiamo Jayla, ho sedici anni. Non sono la reginetta del ballo, ma non sono nemmeno un fantasma: sto in mezzo, trasparente quanto basta perché nessuno mi faccia troppe domande. Porto addosso l'autunno - maglioni caldi, cappotti consumati dai mercatini, foglie secche che sembrano seguirmi ovunque. C'è sempre un libro nello zaino, e l'odore di cannella sulle mani dopo il caffè che bevo di nascosto.
Tre settimane prima di Halloween hanno iniziato a comparire biglietti misteriosi. Non erano bigliettini d'amore, niente cuori stilizzati. Erano messaggi secchi, inquietanti, scritti in grafia nervosa:
"Ti osservo."
"Non fingere di non sentirmi."
"Halloween: la tua ultima notte."
Ogni foglio era come una foglia marcia tra le pagine della mia vita. All'inizio pensavo fosse solo un brutto scherzo, ma più cercavo di ignorarli, più diventavano frequenti. Così ho iniziato a indagare.
Ho notato sguardi che duravano troppo a lungo, passi che sembravano seguirmi nei corridoi, risate che cessavano quando entravo in una stanza. Ogni segnale stringeva il nodo. C'era qualcuno dietro a quei messaggi. Qualcuno che conoscevo.
Poi è arrivata la festa di Halloween. Luci stroboscopiche, maschere troppo colorate, la musica martellante che faceva vibrare il pavimento. Io indossavo un vestito semplice, scuro, con un mantello che sembrava uscito da un romanzo gotico. Non ero lì per divertirmi, ero lì per scoprire chi mi stava perseguitando.
A mezzanotte, tra la confusione e l'odore di sudore e zucchero filato, l'ho sentito: il respiro vicino, un tocco che non era accidentale. E poi il buio. Un colpo improvviso, una lama fredda, un dolore che mi ha attraversata prima di spegnermi.
Chi mi ha uccisa?
Non lo dirò.
Perché il mio assassino non è solo una persona. È l'ombra che cresce nell'indifferenza. È la rabbia silenziosa che si nutre dei vuoti, delle parole non dette, dei sorrisi finti nei corridoi.
Il mio assassino è già lì, in mezzo a voi.