Se sei fermamente convinto che a scuola l'unico brivido consentito sia quello del voto in pagella, questo racconto non fa per te: passa oltre, torna serenamente ai registri e alle circolari. Se invece nutri il sospetto - appena appena sconveniente - che tra un corridoio troppo silenzioso, un'aula di cui "nessuno ricorda il numero" e un registro compilato a metà ci sia più di quanto gli adulti si ostinino a raccontare, allora accomodati in "La tredicesima aula". È un horror educato, ma non addomesticato: niente sangue gratuito, molta memoria rimossa, una scuola che tace più di quanto dovrebbe e tre ragazzi abbastanza ostinati da fare domande scomode. Leggerlo significa correre un rischio minimo ma concreto: dopo, passando davanti alla porta di un'aula chiusa, potresti non riuscire più a considerarla solo... una porta chiusa. Se ti va di scoprirlo, gira pagina. Se preferisci restare tranquillo, richiudi pure qui. La tredicesima aula, in fondo, non compare in nessun regolamento. Ufficialmente, non esiste. Ufficialmente...