Elenco di lettura di LaZiaB
7 stories
C'è che la tua voce, chissà come mi manca by lunastortaswords
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AU Ale!Cameriere Fic ispirata alla canzone "Il solito sesso" di Max Gazzè "Ale aveva sollevato lo sguardo scocciato, poi aveva posato lo sguardo sulla ragazza esile vestita d'azzurro che era appena entrata. Nulla di speciale. Sicuramente carina, ma nulla di speciale. Stava per voltarsi di nuovo quando i suoi occhi si erano casualmente posati su quello. Quello aveva i capelli ricci e scuri, una cravatta azzurra che gli stava abbastanza male, due occhi scuri e gentili dietro due lenti rotonde e il viso buono. I loro sguardi si erano incrociati per qualche secondo e Ale onestamente non sapeva più cosa fare. L'altro ragazzo gli aveva restituito l'occhiata insistente per poi spostare controvoglia l'attezione sulla ragazza vestita d'azzurro che adesso lo stava chiamando. L'aveva presa per mano e titubante era scomparso fra la folla."
Tu hai l'anima che io vorrei avere by stevesbuckys
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high school AU "Ale se ne stava nel suo angolo del cortile come al solito, una sigaretta fra le labbra, gli occhiali scuri calati sul viso e l'aria di chi non aveva una sola preoccupazione al mondo. Negli anni di liceo aveva sviluppato una sorta di atteggiamento da "duro", quel suo modo di fare che teneva le persone a debita distanza. Non aveva bisogno di nessuno, lui." Titolo da "En e Xanax" di Samuele Bersani.
A mano a mano by stevesbuckys
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"Di lì a poco fece il suo ingresso un ragazzo giovanissimo, che dimostrava poco più dei miei anni. Si tolse la felpa mentre si dirigeva verso il centro dell'aula, e mentre lo guardavo passare, non potei fare a meno di osservare il tatuaggio che gli percorreva tutto il braccio sinistro (a dire il vero, quasi tutti i presenti lo stavano facendo). Per una frazione di secondo i nostri sguardi si incontrarono, ed ebbi l'impressione che il suo mi avesse trapassato. Poi si fermò in mezzo a noi, e ci sorrise, presentandosi come Alessio Gaudino, l'insegnante di quel corso." Student/teacher
Le volte in cui mi chiami e poi mi giro ed è già notte by lunastortaswords
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"Io non lo so se ci riesco, Michele. Non so se riesco a pensare che adesso andrai a casa e ad aspettarti c'è la tua vita. Non me lo puoi chiedere - " "Stai blaterando" Alessio aveva smesso immediatamente di parlare continuando però a fissare Michele in silenzio. Quello non si era mosso di un millimetro, continuava a guardarsi attorno ma non accennava ad uscire da quella stanza. Ad Ale sembrava già un miracolo la sola possibilità di guardarlo ancora un po'. Se fosse uscito da quella stanza senza lasciargli un bacio, probabilmente sarebbe morto, pensò.
Stringi le mie mani fino all'infinito by Seekerofdreams_
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Michele deve lasciare la scuola ed Ale non sa proprio come affrontare la cosa.
con tutte le cose che abbiamo in comune, l'unione fra noi non sarebbe perfetta? by lunastortaswords
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Alla fine ci erano veramente andati piano. No, non piano, a rallentatore. Ale avrebbe descritto quel periodo della sua vita come estremamente lento, talmente tanto che alla fine aveva perso Michele di vista. Aveva cercato di prenderla con un "doveva andare così" senza fissare troppo il cellulare, con la consapevolezza che il numero di Michele era impresso nella sua memoria, se non nella sua rubrica. Qualche volta aveva ceduto alla tentazione di chiamarlo - prontamente armato di numero privato, per non esporsi ad un'umiliazione che avrebbe potuto avere il sapore di una sconfitta mondiale - e Michele gli aveva risposto abbastanza smarrito, ma non aveva avuto il coraggio di continuare la conversazione. Aveva attaccato sempre presto, comunque: la conversazione si era interrotta al primo "pronto" proferito da Michele.
di realizzazioni in tre puntate, imbarazzi, telecamere e altri racconti  by lunastortaswords
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La prima volta che Michele aveva capito di essere innamorato di Ale era stata decisamente imbarazzante. No, non era innamorato, basta usare questo termine. Ricominciamo. La prima volta che Michele si era accorto di, beh, ehm, avere un debole - ecco, meglio definirlo così - per Ale era stata più che imbarazzante. Non era stata esattamente la situazione a farlo pentire di essere arrivato ai suoi diciotto anni, perché la giornata era iniziata normalmente ed era finita altrettanto normalmente, - o almeno, avrebbe dovuto - il vero problema era stato il modo in cui lo aveva capito, con Ale seduto al capo opposto del suo stesso divano e che lo guarda da dietro lo schermo del cellulare e gli rivolge uno sbuffo divertito. Gli era bastato toccargli un piede per sbaglio per capire che ci fosse qualcosa di diverso, per vedere Ale irrigidirsi un secondo, alzarsi e cambiare prima posizione e poi divano. Gli era sembrato di avere freddo fin dentro le ossa e poi l'allarme nel suo cervello aveva cominciato a suonare. Non aveva esattamente pensato "sono innamorato di Ale porca miseria", ma il panico lo aveva preso lo stesso. Dentro di sè sapeva esattamente cosa lo provocasse e far finta di niente non lo aiutava comunque a cancellare il problema, per quanto lo avesse voluto.