tinisvodka
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«Quanto spesso passi notti in bianco?»
Le sue dita si posano sul mio mento, alzandolo appena, costringendomi a guardarlo negli occhi.
«Credo dipenda dalla situazione.»
La mia voce è poco più di un sussurro.
Sembra confuso dalla mia risposta, così continuo a parlare:
«Hai presente quando arrivano le tre del mattino e ti rendi conto che sei ancora sveglio e non riesci a dormire?
Sai, io penso che la gente passi notti in bianco per due motivi: o ci si sente dannatamente soli... oppure si è follemente innamorati.»
Solo in quel momento mi accorgo che la sua mano è poggiata sulla mia.
«E tu?» chiede piano, «ti sei follemente innamorata, ángelito?»
Abbasso lo sguardo.
«No, io mi sento dannatamente sola, Jorge.»
Mi sorride, ma è un sorriso triste, quasi spezzato. Si avvicina ancora un po'.
«Io so cosa ti succede,» mormora.
Resto immobile, sorpresa dalle sue parole.
«Sei stanca delle solite delusioni, della gente che illude, delle ferite che non guariscono.
Ma nonostante tutto, continui ad alzarti ogni giorno e a lottare.
Tu sei una piccola guerriera, Tini.
E non sentirti una stronza solo perché a volte ti isoli, chiudendoti nel tuo mondo e non lasciando entrare nessuno.»
Fa una breve pausa. La sua voce si fa più dolce, più vera.
«Io non voglio che tu ti senta sola, piccola.
Lascia solo che io sciolga il tuo cuore di ghiaccio.
Per un attimo, dimentica le tue paure, tutto quello che non va... e vieni con me.
Voglio farti entrare nel mio mondo, ángelito. Io sono qui. Per te.»
Sento gli occhi inumidirsi, e una lacrima mi riga il viso proprio mentre lui sussurra:
«Non lasciare che qualcuno spezzi le tue ali, ángelito.
Devi impedire che la gente ti trasformi in un angelo dannato.»