Spesso dicono che per capire appieno il valore delle cose, qualunque esse siano, bisogna perderle. Dicono anche che ciò che trascuri prima o poi diventa di qualcun altro. Cose che ci appaiono scontate, alle quali non diamo molta importanza, una volta perse lasciano il segno, ci mancano. E quella mancanza ci logora dentro, lentamente, fino a consumarci del tutto. A volte è la mancanza di una persona, talvolta di una cosa o di un abitudine a farci star male. Questa è la storia di coloro che non hanno avuto scelta, di coloro che, nonostante tutta la forza, tutto l'impegno, almeno una volta nella vita hanno perso; e si sa, perdere non piace a nessuno, e a volte lascia dei segni indelebili che inevitabilmente ci segnano per sempre. Rialzarsi però, è ciò che fa la differenza. Reagire, creare, costruire. Tutto ad un tratto si trasforma, muta, il nostro corpo, lentamente, inizia ad assumere intense sfumature di bellezza, la nostra anima comincia a volare; improvvisamente, ci si rende conto che infondo stare male non serviva a niente. La chiave della felicità bisogna trovarla prima in sé stessi, poi negli altri; solamente così, oscillando tra armonia e caos, tra luci ed ombre, si ha la possibilità di VIVERE. #Wattys2016

Lucinda Parker è una semplice ragazza che ama leggere. Per lei leggere un buon libro assomiglia un po' come l'amore: è pura felicità. Peccato che lei non sappia cosa sia l'amore, quello di cui parlano i libri. Dopo una spiacevole notizia, Lucy si dovrà trasferire a casa di un collega di suo padre. Lì conoscerà gente nuova, tra cui un ragazzo che legge, cosa assai rara secondo la ragazza. Questo però non compensa il brutto carattere del ragazzo, Theo che è sempre scorbutico ed egocentrico. "Iniziare un nuovo libro, farsi trasportare dalla magia di nuove parole che, senza che te ne accorga, ti entrano nel cuore. Son convinta che leggere un nuovo libro sia come innamorarsi per la prima volta"

"Thomas possiamo parlare due minuti?" chiese a bassa voce. "No. Non ho tempo per ascoltare bugie." risposi acidamente. "Non puoi rimandare per sempre questa conversazione. Dovremmo parlarne prima o poi." disse lasciando la presa sulla mia spalla. "Aspetta." dissi sperando mi sentisse. "Domani te ne devi andare." dissi riacquistando un tono di voce duro. "Solo se tu vieni con me." rispose sorridendomi.