«Dottor Sandford, ho sentito l'annuncio... beh, tutto il mondo l'ha sentito. Le ribadisco che io, come tutte le persone che ha aiutato nel corso della sua brillante carriera, provo un'immensa ammirazione per Lei e per il suo lavoro. Tuttavia, a nome dei miei spettatori e dei suoi sostenitori, ora le chiedo: é vero quello che si dice sulla "meravigliosa medicina" del dottor Tod?» Il dottore si tolse gli occhiali, allontanandoli dagli occhi stanchi. Per quasi un minuto mantenne il silenzio, aumentando la tensione del pubblico a ogni secondo aggiunto. Poi, ignorando il conduttore, Tod Sandford, neurologo a capo del progetto di ricerca sugli stimolatori cerebrali, puntó gli occhi scuri come la pece nella telecamera, mettendo i brividi agli spettatori da casa in tutto il mondo. «Forse» enunció il dottore «avete malriposto la vostra fiducia.»

Dovrebbe essere una calda e tranquilla notte d'estate, con temperature elevate, la rugiada sull'erba soffice e con solo le stelle e la grossa luna come illuminazione. Dovrebbe essere così, come è sempre stato, come una qualsiasi notte estiva, troppo calda per non sudare e troppo fredda per spogliarsi. E invece non era così: il prato era sempre lo stesso, ma l'erba non era soffice, anzi, i suoi teneri ciuffetti sembravano tanti piccoli aghi che spuntano dal terreno, le temperature sembravano scese di colpo di venti gradi, lasciando che un gelido vento artico le colpisse la schiena e le lasciasse mille brividi ghiacciati correre su per la spina dorsale.