« Volevo far parte di una scena di musicisti d'alta classe. Era una mezza ispirazione perché non avevo molti amici e speravo che avrei incontrato gente, che mi sarei innamorata e che avrei fondato una comunità intorno a me, così come si usava fare negli anni '60. »

Una piccola cotta adolescenziale di un ragazzo gay di diciassette anni, trasformata in una confusione perenne, portando il ragazzo ad una tristezza interna.

Ecco com'è la vita delle fangirl , tra pianti, urla dì gioia o di dolore, cavalcate su un pesce palla color lavanda, lskjisnnwnaonzbswasdaskslmnxjdj e molto altro!!!!!Waaaa♡

la bibbia per tutte noi poser che amiamo urtare i nervi delle true fans.♡ sanguesuifiori and fuckmeinthehallway © 2016/2017 [ovviamente è tutto umorismo, quindi non scassate le palle di natale, che ci vorrei decorare l'albero.]

Qui troverete una serie di test per conoscere meglio voi stessi e trovarvi bene con il vostro subconscio. Beh, spero vi piacciano✌

Storia che può essere considerata sia umoristica che casuale, in quanto alcuno capitoli saranno costituiti da battute, mentre in altri semplicemente si discuterà, si daranno consigli, si risponderà a domande o curiosità. Se siete contro i vegetariani o cazzate varie, io vi chiedo PERFAVORE di non leggere la storia e commentare, però non mi aspetto nulla perché so che la curiosità è una brutta bestia. Scrivetemi pure nei messaggi privati se avete qualcosa da chiedere! ••• { storia NON adatta a tutti coloro che ragionano con "diventiamo vegetariani che tanto va di moda" } ••• ENJOY :D

m E l A n i E m A r T i N e Z

Per un errore di smistamento Jennifer viene collocata nel dormitorio maschile del Campus, troppo tardi per cambiare stanza è costretta a stare li. Ambientarsi tra tutti quei ragazzi non è facile... per non parlare del suo compagno di stanza. Caleb, di qualche anno più grande, è, a suo parere, il ragazzo più odioso, lunatico e scorbutico del universo. Conviverci non sarà di certo facile. <<CALEB!>> Urlo dal soggiorno. Ma non ricevo risposta. Corro in camera sua con un paio di boxer bianchi in mano e spalanco la porta. con un asciugamano alla vita mi squadra da testa a piedi e poi come se niente fosse torna a farsi la barba. <<queste sono le tue mutande>> Dico. <<come sei perspicace>> Non mi degna nemmeno di uno sguardo! È un cafone! Cafone maleducato! <<perché erano in soggiorno?!>> <<perchè sei nel mio bagno?>> <<non rispondere a una mia domanda con un altra domanda!>> <<non rispondere a una mia domanda con un altra domanda!>>mi scimmiotta. Racconto in 1a persona.