-Papà rallenta! Finirai fuori strada se continui ad andare così veloce.- Grido disperata, ma mio padre non vuole ascoltarmi. Anzi, ride, come se la morte fosse una cosa divertente. -Andiamo, Faith. Non essere sempre così preoccupata e stai tranquilla dai.- E' impossibile star tranquilla. Soprattutto per una me. -Brian, questa volta nostra figlia ha rag- Mia madre non fa in tempo a finire la frase e ciò di cui avevo gran timore succede. Buio totale, per un paio di minuti. Apro lentamente le palpebre, per farle abituare alla luce. Sono sdraiata sull'asfalto e la testa mi scoppia, per un attimo non capisco cosa stia succedendo, ma poi guardandomi intorno mi rendo conto della situazione. Siamo finiti fuori strada, e i miei genitori con mio fratello non ce l'hanno fatta. Grido, grido più forte che mai, con le lacrime sul viso. Mi accascio a terra, sono sola. Completamente.

"Beh, oggi è un giorno speciale" mi dice innocentemente. Una triste risata esce dalle mie labbra, facendole alzare un sopracciglio. Il mio sguardo si rivolge verso la luna, e ciò mi fa ripensare a lei. "Oggi è venerdì"

"Ma com'è possibile che solo per un'unica persona tutto si possa distruggere, frantumare in mille pezzi in un secondo quando ci avevi messo 4 anni per costruire tutto"

Lo guardai mentre, seduto scompostamente sul divano, suonava la chitarra in modo molto poco professionale e sputava parole senza quasi importarsene. Lo sguardo fisso in un punto, senza guardarlo veramente. Quello era il modo più bello in cui sapeva cantare, quando lo faceva la sua anima e non la sua testa.

Elisabetta e Gennaro. Così diversi, ma il destino li vorrà sempre vicini, per quanto loro cerchino di allontanarsi si ritroveranno sempre legati, intrecciati, in un rapporto di sentimenti contrastanti.

-IN REVISIONE- Mi guarda. Ha cambiato espressione, non è più arrabbiato. Sembra quasi soddisfatto. "Io ti piaccio." Afferma. "Ma grazie al cazzo!" Urlo "Chissà perché non ci ho pensato prima!" Rispondo sarcastica. "Ed allora mi vuoi dire quale è il tuo cavolo di problema?!" "TU! Tu sei il mio problema! Ci ho messo anni, anni, per sistemare un po' il casino che ho in testa! Anni per rimettere insieme i pezzi! Anni per trovare un equilibrio! E tu vieni qui, coi tuoi modi da strafottente e pensi di avere il permesso di mandare tutto a puttane?!" Massima posizione in #Teenfiction: #1

"Sono sempre stata abituata ai cambiamenti, a stare da sola, per me non è mai stato un problema. Non sono mai riuscita a sentirmi veramente a casa. Però ora ci sei tu, con te mi sento a casa, tu sei la mia casa, Genn"

"Odio il fatto che mi manchi anche se non ci sei da due miseri minuti. Odio la tua insopportabile voce quando sei incazzata o lo sguardo che mi rivolgi quando faccio qualcosa di sbagliato. Odio non poter metter nessuno al di sopra di te, neanche me stesso. Odio il fatto che ti voglio costantemente e soprattutto odio doverti condividere con gli altri" Lo guardo e non sono in grado di spiccicare parola. È una dichiarazione d'amore o di odio? Perchè sono confusa, lo giuro. -Tratto dal capitolo 12. Sequel di Runaway ||Genn Butch|| che trovate sul mio profilo!

Sloane ha l'ossessione per un ragazzo che si chiama Genn Butch. Sloane stalkera un ragazzo di nome Genn Butch. Sloane scrive su un diario quello che Genn Butch fa ogni giorno. Questo è il diario di Sloane. ||COMPLETED||no sequel||per DOMANDE sulla storia scrivetemi nei commenti o in direct, no in bacheca||se avete bisogno di COVER PER LE STORIE contattatemi in direct||

"Se per baciarti dovessi poi andare all'infermo, lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci" -William Shakespeare Mia, una ragazza dalla chioma rossa come il sangue che farà breccia nel cuore puro di un bel biondino, Genn. Solo che lui non conosceva ancora l'inferno, né il paradiso, finché lei glieli mostrò entrambi con un solo sorriso.