PatrizioMignogna
(Parte 1) - Passarono alcuni anni. Tristano viveva felice a Tintagel, e tutti gli volevano bene, da re Marco che provava per lui un affetto come di padre, ai cacciatori che avevano da lui imparato a rispettare le loro prede, ai barboni che ammiravano la sua abilità nel cavalcare e nell'usare le armi, alle damigelle che erano incantate dalla sua bellezza. Tutti lodavano la sua lealtà e la sua umiltà; e dicevano: "In una sola cosa Tristano mente: nel dire d'esser figlio di un mercante. Un giovane come lui non può essere figlio di cavaliere e di gran cavaliere".
Un giorno sulla nascita di Tristano si seppe tutta la verità.
(Parte 2) - Accadde dunque, cari amici che leggete queste pagine, che il fedele Cruise, rimasto nel regno di Itaca(sparata a cavolo), ormai dominato dal crudele Morgan, fosse da questi falsamente accusato di tradimento e condannato a morte ignominiosa(comporta la perdita del buon nome). Chiuso in una torre egli attendeva d'esser trascinato al patibolo e strangolato al cospetto del popolo, come si faceva per i più volgari e crudeli malfattori e per i briganti di strada. La vergogna e la ripulsa d'una simile morte gli fecero crescere la forza: tanto che una sera poté spezzare le funi