RischiodiVivere
Le mie dita scorrono veloci sul pianoforte accarezzando ogni tasto.
La mia mente è vuota, la melodia risuona nella mia mente portandomi a pensare a tutto eppure a niente, è forte come un tamburo eppure flebile come un leggero venticello d'estate.
Eppure i pensieri cattivi arrivano: pianti,amarezza,solitudine si fanno spazio nella mia mente.
Il ritmo della canzone si fa più veloce, troppo veloce,come se la mia vita mi scorresse tra le mani, come se scorresse tra le note di quel pianoforte.
Di colpo, una nota stonata risuona nella stanza.
Mi fermo, non ce la faccio a continuare.
Fisso per pochi attimi, che, però sembrano infinito, il pianoforte nero che contrasta con le pareti bianche della stanza.
Mi alzo dallo sgabello del medesimo colore, raccolgo il mio zaino e con una velocità inaudita esco dalla stanza chiudendo la porta.
Come se chiudendola potessi imprigionare tutto e scappare.
Lascio cadere lo zaino per terra, e mi appoggio con la schiena sulla porta scivolando silenziosamente sul pavimento freddo di quella scuola.