Questo racconto parlerà del mio viaggio con l'anoressia. È iniziato tutto cosí: una dieta, un po' più di sport, stare attenta alle calorie. Poi quella voce che si insedia nella tua testa e grida: "mangia di meno,sei una grassona!" E quello che doveva essere quasi un gioco si è trasformato in un tunnel dell'orrore senza fine. {le foto all'inizio di ogni capitolo sono mie.}

DAL 28 NOVEMBRE IN LIBRERIA Sono passati mesi dal ultimo scontro tra Jennifer e Caleb, i due ormai non si parlano più e Jennifer ha deciso di andarsene dal dormitorio maschile e di alloggiare per un po' dalla sua amica Lyla durante il periodo di assenza della sua compagna di stanza. Ma quando quest'ultima torna Jennifer, se vuole continuare gli studi, è costretta a tornare nel dormitorio maschile. SEQUEL DI "QUEL COINQUILINO SNERVANTE"

Elena è una ragazza come tante , ma che soffre di "filofobia". Sapete cos'è la filofobia? No?! Be..ve lo spiego subito. È la costante paura di innamorarsi, spesso capita di imbattersi in essa quando in passato si ha sofferto molto per colpa dell'amore e infatti la nostra protagonista n'è 'vittima' proprio per questo motivo. Ma se un giorno come tutti sua madre l'avvisasse che il ragazzo che un tempo l'ha fatta innamorare, si stesse trasferendo nella sua stessa città, lei come la prenderebbe? E se incrociando nuovamente il suo sguardo, imbattendosi in quegli occhi scuri e profondi come poche cose al mondo scoprisse che il forte sentimento che un tempo provava per lui fosse ancora vivo dentro di lei ma soprattutto dentro il suo cuore, che cosa farebbe? Come la prenderebbe?

Per un errore di smistamento Jennifer viene collocata nel dormitorio maschile del Campus, troppo tardi per cambiare stanza è costretta a stare li. Ambientarsi tra tutti quei ragazzi non è facile... per non parlare del suo compagno di stanza. Caleb, di qualche anno più grande, è, a suo parere, il ragazzo più odioso, lunatico e scorbutico del universo. Conviverci non sarà di certo facile. <<CALEB!>> Urlo dal soggiorno. Ma non ricevo risposta. Corro in camera sua con un paio di boxer bianchi in mano e spalanco la porta. con un asciugamano alla vita mi squadra da testa a piedi e poi come se niente fosse torna a farsi la barba. <<queste sono le tue mutande>> Dico. <<come sei perspicace>> Non mi degna nemmeno di uno sguardo! È un cafone! Cafone maleducato! <<perché erano in soggiorno?!>> <<perchè sei nel mio bagno?>> <<non rispondere a una mia domanda con un altra domanda!>> <<non rispondere a una mia domanda con un altra domanda!>>mi scimmiotta. Racconto in 1a persona.