È bastato così poco, a privarla di tutto. A spogliarla di sé stessa. Prima i vestiti, poi la sua stessa anima. Completamente inerme di fronte a te. Seduta in un angolo. Ti fissava. Gli occhi grandi, immensi. Ti fissava, con il viso immobile e muto. E quelle labbra chiare. Quella piccola bocca schiusa. In attesa. Di te. O comunque di qualcuno che la salvasse da tutto il resto.

Non mi avrete mai. Affermo, stringendomi forte all'ultima delle ipocrisie, per non scadere nella banalità. Non mi avrete mai. E la coerenza, fin ora immobile, dai polsi le vene recide.

Sei nata per essere cacciatrice, e loro per essere le tue prede. Con i loro occhi languidi, ti fissano, neanche il tempo che tu li hai catturati.

"Non morirai, andrà tutto bene, fidati di me e andrà tutto bene." * I morti non dormivano più, sotto terra. Chissà se avevano mai trovato pace, se era una situazione recente, o se fin dai tempi più antichi i cadaveri digrignassero i denti nelle tombe e allungassero le braccia cercando invano di spaccare la bara, di liberarsi dal peso opprimente della terra. E da sempre serbassero rancore, verso i loro carcerieri. Invidiosi della vita. Rabbiosi verso quell'eternità atroce. Ora la morte è una fantasia dei vivi.

Perché ti ostini a cadere, a cadere, a cadere e ancora cadere, e a rialzarti, rialzarti, rialzarti e ancora rialzarti, resistere, resistere e ancora resistere, se poi non sei abbastanza svelto a sfuggire e loro ti prendono ancora e ancora e ancora?

Qualcosa ti sta distruggendo. Non sei il solo, anche noi ci siamo lasciati prendere in giro. Tu sappilo: la cosa che hai ottenuto dopo tanta fatica, che ti ha reso felice, ti sta distruggendo. Del resto, l'hai già capito.

All'inizio si avverte un formicolio, un brivido su tutto il corpo, delle fiamme nel cuore. Poi, è come se il tuo corpo prendesse a volare, con il cuore di una fenice nel petto. Non udire le voci, non sentire il selciato sotto di sé, né le mani che cercano di aiutarti. Smettere di esistere. E poi aprire gli occhi.

Mordred ricorda. Cerca di trattenere a sé, il percorso dell’odio che l’ha portato a questo. I ricordi sono però troppo sfuggenti, all’ombra dell’albero della morte; volano via e scivolano lontano, riacciuffarli diventa così per Mordred qualcosa di più complicato e difficile. Far battere ancora il proprio cuore basta a tenere impegnata la mente di un condannato. Mordred ha gli occhi aperti, nonostante le palpebre che si fanno più pesanti a ogni secondo che passa. Davanti ad essi: immagini e parole, fantasia e ricordi.

Delle mani su di me. Il dolore. Così intenso, dentro di me. Mi dicono di resistere, di resistere, senza spiegarmi però come resistere.

Il ciclo si ripete. La mia agonia si placa solo quando la vita di migliaia di uomini trova fine. Le mie ali bruciano insieme alle loro città, ai loro villaggi, al loro piccolo mondo. E, dopo un po' di tranquilla e triste aspettativa, il ciclo ricomincia, l'agonia riprende, le mie ali si aprono e bruciano insieme ad altre vite... per poi rispiegarsi e di nuovo bruciare, all'infinito. L'Energia mi ha creato per questo, e questa è la mia dannata eternità. L'agonia è finita. Sento le ali cedere, abbandonarsi alle fiamme insieme ai piccoli universi di molte persone... Ed è serenità.