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La filosofia nel boudoir è un libro del Marchese de Sade scritto in forma di dialogo drammatico-filosofico e pubblicato per la prima volta nel 1795.
Sebbene inizialmente considerato un'opera di pornografia letteraria, il testo ha finito col tempo per l'esser considerato un dramma socio-politico. Ambientato per lo più, come ci informa anche il titolo, in un boudoir (una stanza da letto privata da signora), l'opera narra l'esperienza e la "filosofia di vita" dei due protagonisti: Madame de Saint-Ange e il Conte de Dolmancé. Essi si trovano impegnati a portar avanti la realizzazione della propria tesi, secondo cui l'unico sistema morale che possa rafforzare la recente politica nata con la rivoluzione francese è il libertinismo; se il popolo non riuscisse ad adottare appieno questa filosofia, la Francia sarebbe destinata a precipitare indietro e tornare ad uno stato monarchico.
All'interno del testo si trova poi un capitolo intitolato Francesi, ancora uno sforzo se volete essere Repubblicani che è una sorta di chiamata rivoluzionaria alle armi in cui De Sade riprende i temi dei suoi "Opuscoli politici" (1790-1799): si tratta del "Quinto Dialogo", contenente un'ampia sezione in cui il personaggio del cavaliere de Mirval declama un pamphlet filosofico. L'opuscolo rappresenta chiaramente il pensiero di Sade sulla religione e la morale, una teoria che spera venga il più presto possibile abbracciata dai cittadini e codificata nelle leggi del nuovo governo repubblicano. L'autore utilizza come argomento principale il fatto che abbracciare l'ateismo più schietto e radicale sia il massimo bene possibile, solo in tal maniera si possono estirpare le credenze sociali circa il piacere e il dolore; fa inoltre sua la tesi che qualsiasi crimine venga commesso mentre si sta cercando il massimo piacere non può mai essere in alcun modo condannato.
Diviso in sette parti e originariamente illustrato dallo stesso autore.