Immagina. - Sussurrò Draco avvicinandosi a Harry. - Immagina per un minuto di non essere costretto ad essere ciò che sei. - Harry chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dalla sua voce. - Immagina se fossimo normali, maghi comuni o addirittura babbani. Immagina. A nessuno importerebbe di te o di me. Potremmo essere Harry e Draco. - Tutto ciò che vorrebbero è una vita normale, eppure sono costretti a recitare un copione che qualcuno ha già scritto per loro. Fare i conti con il passato è dura, ma affrontare il futuro lo è ancora di più. A volte è più facile arrendersi che continuare a lottare Aveva il dannato bisogno di sentire qualcosa dentro di lui, solo qualcosa che gli ricordasse di essere vivo. Il buio lo stava inghiottendo e non sarebbe più riemerso. Era così per tutti. A furia di frequentare certi ambienti diventi cattivo per osmosi, non ci puoi fare nulla. Il male si mischia con il sangue e la violenza diventa il pane quotidiano, e in men che non si dica non sei più in grado di distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è. Quella consapevolezza si faceva strada nella sua mente come un veleno dolce, che pian piano convinceva ogni sua cellula che era giustificato ad agire in quel modo. Poteva fare del male, nessuno se la sarebbe presa con lui, infondo non aveva avuto scelta

Quanto può cambiare una persona in dodici mesi? Chiunque voglia una risposta in merito, si rivolga ad Abigail Williams . Dopo aver passato un anno in Inghilterra, è arrivato il momento di tornare a casa, New York. Questa volta infilando dentro la valigia tanta determinazione, sicurezza e autostima. Abigail adesso è forte e pronta a far ricredere chiunque l'abbia giudicata e fatta soffrire pochi anni prima. Il primo della lista è il ragazzo della porta accanto: Brian Jones, il bambino che ha visto crescere ma che è diventato il perfetto prototipo di bello e dannato. E il suo passatempo preferito quale poteva essere se non dare tormento alla ragazzina insicura con cui ha condiviso i primi anni della sua vita? Ma se Abigail decidesse di servirgli un po' di pane per i suoi denti? -Il gatto ti ha mangiato la lingua?- le chiedo. La vedo alzare gli occhi al cielo, ma non risponde. Non ci credo. -Ma quanti anni hai? Cinque? Per quanto continuerai a fare l'offesa?- -Ti stavo semplicemente ignorando. E se non ti dispiace, vorrei continuare a farlo.- mi sorride falsamente e riprende la sua lettura.

Ma se il destino non avesse ancora finito di giocare con loro? Se il passato si ripresentasse di prepotenza nelle loro nuove vite? E se l'amore non fosse mai finito? Direi allora di raccontare l'ultima parte della storia...