[Hunger Games| Peeta Mellark e suo figlio] Il più delle volte, tuttavia, mi è sufficiente una parola per rimettere le cose a posto. Mi basta una conferma. Rowan questo lo sa. Così, quando gli chiedo: “Troverai un buon finale per questa favola. Vero o falso?”, mio figlio annuisce orgoglioso e mi risponde: “Vero.”

Egoisticamente pensiamo che la luna, nel cielo notturno, non stia altro che per farci lume, come il sole di giorno, e le stelle per offrirci un magnifico spettacolo. E dimentichiamo spesso e volentieri di essere atomi infinitesimali per rispettarci e ammirarci a vicenda. Questo Layla lo sapeva bene, sapeva di essere un piccolo atomo in mezzo ad un infinità di esseri simili, perciò restava in disparte, faceva da spettatore, riconoscendo che ogni cosa aveva un valore superiore a se stessa. Lei, almeno, pensava così. Eppure non era così, Layla aveva una luce intorno che la faceva splendere rispetto agli altri, nonostante la sua casa fosse un orfanotrofio, lei era speciale. Non sapeva niente di tutto ciò, finché quella mattina d'inverno mise piede nella Beacon Hills' High School. Il suo vecchio orfanotrofio era stato chiuso, e i bambini trasferiti altrove. Durante quel primo giorno di scuola, mai avrebbe pensato che la sua vita sarebbe cambiata così tanto.