Era lì, la decisione giusta, tra i capelli lunghi e ingarbugliati che stava stringendo tra le dita. Era lì, sotto a quei vestiti larghi e consumati che stava tirando con così tanta forza, sulla sua schiena, da lacerarne le cuciture. Era lì, dove doveva essere. Dove era sempre stata. Quello era Thor. In qualsiasi universo, in qualsiasi dimensione. E lui sarebbe stato ovunque il suo Loki. Grazie alla Gemma dello Spazio, Loki raggiunge Thor in una diversa realtà. [Post Endgame.]

Erano di nuovo vicini. Troppo vicini. «Ti ho detto di smetterla!» «Non sono tuo fratello.» «Dimmelo!» Una battaglia di grida e sospiri. Affondi feroci contro stoccate che colpivano sempre più in profondità, ogni volta che venivano ripetute. Ancora un sussurro, quelle parole che sembravano così sbagliate per il suo cuore, ma che una parte di lui comprendeva in maniera diversa. Strinse più forte la mano e sentì Loki deglutire. Ma non era una resa, no. Avvertì contro il palmo il riverbero di una risata trattenuta e la vide riaffiorare sulle sue labbra. E allora si rese conto che la risposta la stava già avendo. In quel suo modo contorto di parlargli e di sfidarlo, Loki glielo stava dicendo fin dall'inizio. Prima di andare su Midgard alla ricerca di Odino, esiliato lì dallo stesso Dio dell'Inganno, Thor e Loki si confrontano sulle menzogne del passato e sulle possibilità di un presente diverso. Insieme.

«Quello che ho davanti, non è mio fratello,» Thor riprende, il respiro più rapido. «Sono venuto a cercare lui. È con lui che voglio parlare.» Loki soffia una risatina, avanzando di un passo, le mani unite dietro la schiena in un portamento altero e distaccato. «Sei venuto qui solo per marcire in questa cella.» Ancora un sorriso tirato, la voce è un sibilo che sembra strisciare tra le rocce. «E marcirai, Dio del Tuono. Senza un regno, senza un popolo, senza un trono. Col fantasma della menzogna di tuo padre a farti da compagno. Solo questo puoi avere. Tu non hai un fratello. Non l'hai mai avuto.»

Il tuo riflesso trema guardando la luna, Ti asciugo le lacrime e ti bacio. "Ti amo, Loki" Appoggi il tuo viso sul mio petto e non dici nulla, mentre io rivolgo un'ultimo sguardo alle stelle, Le uniche complici del nostro amore.

«Avanti, dillo, fratello. È così facile da dire, dall'alto della tua perfetta magnificenza.» Fu poco più di un sibilo, ma Loki riuscì a vedere l'ira del Dio del Tuono compromessa da un sospiro. «Non ricominciare! Volevo solo capire.» «Volevi solo giudicarmi!» Si portò davanti a lui, l'eco del suo grido che ancora echeggiava nella stanza, nelle sue orecchie, nello spazio in cui aveva dato al cuore il permesso di battere nell'illusione che qualcosa fosse cambiato. «Thor l'eroe che si butta nell'arena per ottenere la libertà combattendo! E io sono solo il serpente che ottiene ciò che vuole strisciando sul pavimento... o in un letto.» Thor ha avuto un po' troppo tempo per pensare a quanto è accaduto su Sakaar prima del suo arrivo. [Post Thor - Ragnarok. Sequel di "More Than a Word"]

Passo uno: impara le regole. Passo due: studia gli avversari. Passo tre: gioca. Passo quattro: infrangi le regole. Passo cinque: arrenditi. Ora, tuttavia, toccava a Thor muoversi e il Dio dell'Inganno non si sorprese nel vederlo avanzare fino a sé. Si guardarono in silenzio per un momento, entrambi con un calice pieno nella mano. Dei sorrisi aleggiavano sulle loro labbra. Aspettativa, agitazione, curiosità, eccitazione. «Bacia o uccidi, fratello,» enfatizzò allora Loki, allargando le braccia sui lati per esporsi alla sua decisione. «Tocca a te.» [Prequel di "More Than A Word"]

T- "quindi tu sei un gigante di ghiaccio?" L-"....si..." T-*iniziò a ridere* beh allora è meglio che ti metta in disparte visto che tanto sei diverso.... vuoi un consiglio? tornatene con gli altri giganti tanto qua ad Asgard NON SARAI MAI NESSUNO L-.... stessa storia ogni giorno, mi faceva male con le parole anche se dopo anni qualcosa iniziò a cambiare....

《Ora gli Avengers sono la mia famiglia; se lo volessi potrebbero diverntare anche la tua.》 Dice lui alzandosi dal letto e sorridendomi. 《Sarebbe bello.》 Ricambio il sorriso. Il clima di pace che gli Avengers avevano ristabilito da poco, potrebbe essere sconvolto da una nuova guerra, più grande e probabilmente più terribile. E cosa c'entra in tutto questo la nuova arrivata? Nota: Alcuni personaggi presenti in questo libro appartengono all'MCU (Marvel Cinematic Univers) ed altri invece sono di mia fantasia; ho usato questa fusione di mondi per creare una storia nuova a puro scopo di intrattenimento.

Madre greca, padre francese, ha vissuto in Francia per anni, ma alla morte prematura della madre il padre e Nymphe si trasferirono in America. Nymphe è una ragazza semplice, capelli rosso intenso, lentiggini su tutto il corpo, occhi verde-azzurri e un grande segreto. Tutto ciò che conosce di sè stessa è racchiuso in un quadernetto speciale, lasciatole dalla madre prima della morte. Oltre al quadernetto, un piccolo ciondolo rotondo con una bussola ferma, ma decorata con vetro cristallino e simboli greci, al quale Nym non può rinunciare per uscire. Nymphe lavora in una fioreria poco lontana dal piccolo appartamento dove viveva con suo padre, fino a quando un paio d'anni prima anche lui l'ha lasciata. Ora Nym vive nel centro di New York, a 24 anni e con dei poteri speciali che ha imparato a nascondere solamente grazie all'aiuto delle parole scritte della sua amata madre. La protagonista, come sottolinea il suo nome, è una ninfa, creatura mitologica greca capace di controllare gli elementi della natura. Ma Nymphe è molto più di questo, anche se ancora non lo sa. E' una mutante particolare, perchè a dispetto del suo nome, padroneggia anche il volo, la telepatia e la telecinesi; ha un metabolismo più sviluppato degli umani, ha un fattore rigenerante che le permette di rigenerare ferite varie in meno tempo, e grazie ai consigli degli Avengers si specializzerà anche nelle arti marziali e nel combattimento corpo a corpo. Ciò che Nym non sa di sua madre è che anche Agathe era una ninfa, più precisamente una Driade, ovvero una ninfa delle querce. Nel suo caso, la mutazione non era sviluppata come nel caso della figlia. Secondo Agathe sua figlia fu molto fortunata a nascere così potente, ma il suo dono spesso le farà desiderare una vita normale, fino a che non prenderà piena coscienza dei propri poteri. Tuttii diritti riservati.

Era un pomeriggio come altri su Asgard. Loki era intento a studiare un nuovo incantesimo. Era più complicato di quelli che aveva studiato in passato, ma qualcosa andò storto ed una luce dorata avvolse il suo corpo.