indigosnostalgia
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Nella vita di Cecy ci sono due costanti: suo fratello Dylan e la sua migliore amica Kat fanno parte della prima; la seconda è la costante paura che il suo spazio personale venga minato da qualcuno di non troppo desiderato.
Aphenphosmofobia la chiamano, e Cecy la conosce per sentito dire.
Un giorno apparentemente normale Will entra nel suo spazio personale con un semplice caffè, e all'università lo sanno tutti: dove c'è Will c'è, di conseguenza, Madden.
Madden e Will sono l'uno l'esatto opposto dell'altro: si completano a vicenda, nonostante sia Will quello più propenso a mettersi nei guai, e tocchi sempre a Madden prendersi cura di lui.
Nella vita di Madden, invece, le costanti sono il suo migliore amico e la presenza costante di Bart, suo padre, che, come un'ombra, è tanto bravo da annebbiare la mente di Madden da fargli perdere la testa.
Nella vita di Will? Beh, le sue costanti sono Madden, le sigarette e il non voler avere a che fare con sua madre.
Un caffè e una lezione di letteratura francese perché le loro vite si scontrino. Eppure Madden ha sempre tenuto d'occhio Cecy: lei semplicemente non se n'è mai resa conto, troppo presa dal non voler guardare al di fuori della sua bolla.
Amsterdam fa solo da sfondo, ma è proprio lì che le loro vite s'intrecciano.
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«Io ti ho trovato» mormora, sfiorandomi la guancia con le labbra. «E non ti stavo nemmeno cercando; sei sempre stata lì.»
«E se Will non si fosse mai intromesso? Che cosa avresti fatto?»
«Non lo so, mi sarei inventato qualcosa» lo sento stringersi nelle spalle. «Ricordi la sera del mio compleanno? Quando mi hai detto che speravi che il mio desiderio si potesse realizzare in fretta?»
«La sera in cui hai pensato che fosse una buona idea baciarmi e spaventarmi a morte?» Madden scoppia a ridere, così annuisco. «Me lo ricordo bene.»
«Sono quasi certo che si sia avverato.»