Minerva ha trascorso la sua vita a dare un peso ad ogni cosa: le sue azioni, i suoi modi, le sue parole, un turbinio ben studiato per tenere sotto controllo le emozioni. Tutto aveva una ragione; il vento non le scompigliava i capelli e se lo faceva, era solo perché lei glielo lasciava fare. La logica, la particolare attenzione ai dettagli, il silenzio per studiare dapprima chi aveva dinanzi e restare cauta e controllata. La ragione, la razionalità, prima di ogni cosa. Prima dell'incontro con un paio d'occhi. Silvia ondeggiava tranquilla, illuminata dalle luci artificiali di un bar di periferia con addosso l'ebrezza di chi corre libero, senza costrizioni, senza troppi pensieri. La leggerezza dei suoi movimenti inebriati dall'alcool la rendevano come un vento leggero che di logico non aveva nulla, se non un remoto pensiero che subito andava ad accantonare. Due mondi diversi, in perfetta collisione; la consapevolezza d'aver trovato il proprio incastro.

"In gioventù era stata costretta alla prudenza, da adulta aveva imparato ad amare con passione; la naturale conseguenza di un inizio innaturale"

"Sette anni non basterebbero a fare in modo che certe persone si conoscano l'un l'altra, mentre per altri sette giorni sono più che sufficienti."