La brezza autunnale mi scompiglia i ricci e sussurra all'orecchio della tua presenza mancante. Questa stagione mi sta prendendo in giro. Ancora sento il fantasma delle tue labbra piene di miele sulle mie e sento il mio cuore lacerarsi sotto al peso delle foglie che cadono. Ti aspetto e nel mentre mi nascondo dietro raccolte di poesie e l'odore dell'asfalto bagnato. ' maledetto me che non ho aggiunto il miele al mio latte quelle mattine dove tu preferivi abbondare e io rigurgitavo tutto nel bagno. '

Inutile raccolta di poesie che scrivo senza un perché, forse per sfogare i miei sentimenti repressi o per sopportare il mal di pancia.

Anima e Ghiaccio è il titolo di una delle canzoni che il mio primo amore mi faceva ascoltare. A volte, penso al significato delle due parole che sono "primo amore", mi sono chiesta se un amore potesse sostituire l'altro, essendomi ritrovata in una situazione nel quale mi sento rinnovare, forse troppo velocemente. Impedita, comunico verbalmente usando parole sconnesse. Il contatto fisico è, per me, fonte di estremo pericolo. Ma non voglio perdermi nelle parole, probabilmente, ho pensato, ogni singola che persona che incrociamo durante il nostro percorso di vita ci lascia inevitabilmente un'impronta, che sia sul cuore o nell'anima non sappiamo dirlo. È noto, però, il fatto che sia così. Allora mi chiedo ancora, amiamo continuamente le persone che abbiamo lasciato andare nella nostra vita? Persone con cui abbiamo chiuso i rapporti, con cui nemmeno è più capitato casualmente di vedersi. Continuiamo a provare amore per loro? Forse un occhio di riguardo, certo, ma amore? Forse ci piace aggrapparci a questa idea. Cercherò di scoprirlo.

Quanti sguardi spettinati nella metro

raccontini marci nella cartapesta . poesia narrativa breve © Alessia Lonardi - 2017, 18, 19, 21, 22

Perdere le chiavi di casa potrebbe per molti risultare una grande seccatura, per alcuni un motivo in più per disdegnare la propria esistenza e per pochi altri individui, un pretesto per una scarpinata notturna. Le strade di Daejeon sono costantemente affollate, chiassose e luminose al punto tale da far rabbrividire un qualsiasi individuo fotosensibile; le vie della Quinta sembrano avere vita propria a tutte le ore del giorno e della notte, straripanti di bancarelle, locali con insegne da crisi epilettica, soggetti imbacuccati nei loro caldi indumenti e indecisi sul posto nel quale cenare. Era una rigida e anonima sera di novembre quando Yoongi decise di lasciare le chiavi di casa sui sedili sporchi e imbrattati di pennarello di un vagone della metropolitana e di camminare per le strade della sua città, senza sciarpa e un minimo di coscienza.

Barcolli tra la dolcezza delle mie droghe preferite.

Grida di chi si è sforzato di parlare ma non ci è riuscito.

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non voglio essere felice.