LadyMonterk
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Era tutto un gioco...
Un gioco di sguardi, di scommesse, di cuore e di baci che potevano far sanguinare rosso scarlatto finché uno dei due non avrebbe fatto l'ultima mossa, quella finale. In palio c'era tutto, il mio cuore, tutto ciò che mi rimaneva e la posta in gioco era alta. Il successo, i soldi, la carriera, l'amore... tutto era su di un filo di rasoio quando conobbi Jackson nel 1984, ma la domanda era solo una:
dei due giocatori su di una scacchiera di vetro chi avrebbe perso? La pedina può fare scacco matto?
Ma per quanto potessi vincere Jackson era riuscito a rubare l'unica cosa che mai mi ero permessa di concedere, quella che proteggevo dietro ad un muro di orgoglio e scontrosità che la vita mi aveva costretta ad erigere, qualcosa che mai avrei pensato di cedere di mia volontà.
In quel gioco non solo si poteva perdere una sfida ben più grande, quella di vincere il concorso per diventare una rock band di successo, con un bel contratto, una vita da sogno... no, c'era molto altro. Avrei perso tutto e decisi di concedermi a lui, andando contro me stessa.
Perché la verità è solo una, puoi essere la pedina che vince, che sconfigge il re, ma Jackson Manor mi rubò l'unica cosa che non ero disposta a perdere... Jackson mi rubò l'anima.
Scacco matto.
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