Historias de Lunapiena

Skyler White non ha mai conosciuto la sua famiglia, non sa se ha fratelli o sorelle, delle volte si ritrova a fantasticare sui suoi genitori davanti allo specchio, crede di aver ereditato dal padre quegli occhi verde chiaro con qualche pagliuzza arancione e il piccolo nasino all'insù ricoperto da lentiggini dalla madre. Tuttavia Sky non è un'adolescente come tutte le altre, infatti sin dai primi mesi di vita ha vissuto nella foresta precisamente nel Branco degli Shadow. Era stata quella notte che tutto cambiò, era stata quella notte che Skyler White fu trovata dall'Alpha in quella piccola e rovinata culla sul confine tra la strada è la foresta. E da quella notte Sky non è più un semplice essere umano, perché Sky sa cose che un comune essere umano non dovrebbe sapere.

...............quando, tra l'oscurità, ti trovi bene........

Aruna Vale is an ordinary worker at a food company who has admired the beauty of the moon since childhood, believing it grants wishes and purifies sins. However, an unexpected event during a full moon reveals a dark truth: she witnesses a man with an odd figure killing people. Despite her efforts to forget, the memory haunts her-a tale no one believes. Years later, during a celebratory negotiation between her company and a global giant, Aruna encounters the man again. Unbeknownst to her, he has returned with his people to conquer his enemies and take over the human world. Their paths cross unexpectedly, plunging Aruna deeper into danger. That night seals her fate-there is no escaping his grasp. As time goes on, Aruna discovers a profound connection to her lifelong fascination with the full moon, unraveling secrets that could alter her destiny forever.

Una Normale passeggiata nel cuore di un Bosco in una notte di Luna Piena, si trasformerà, per un ragazzo senza Nome, in un'esperienza, PARTICOLARE.

«Perché, quella sera al castello, non hai detto niente?» Io mi irrigidii e non risposi subito, tenni lo sguardo fisso sul mio piatto. Spezzai il raviolo con i denti e appoggiai l'altra metà sul piatto. «Avevo paura che non mi avessi riconosciuta», mormorai, giocando con la forchetta, poi alzai lo sguardo sul suo, decisa, «Ne ero convinta. Credevo che, essendo cambiata così tanto, non mi avessi riconosciuta e che parlare mi avrebbe solo messa nei guai» «Credi che non avrei riconosciuto il tuo sguardo?», inarcò un sopracciglio, colpito. «Sapevo di non essere in pericolo, ma non mi sentivo del tutto al sicuro. Perché, se non mi avessi riconosciuta, non sarei stata al sicuro al cento per cento», spiegai e vidi il suo volto scurirsi, «Ti prego, non pensare male di me» «Sai come sono sopravvissuto tutti questi anni?», chiese con tono calmo, guardandomi, «Concentrandomi sul ricordo della tua risata, della tua voce, del tuo tocco. Sul ricordo del tuo viso, che stavo iniziando a dimenticare. Mi sono sforzato ogni interminabile secondo per ricordarmi ogni singolo lineamento del tuo viso. Così da sentirmi vivo, per quel che riuscivo. Ogni volta che i Dissennatori riuscivano a succhiare quel poco di gioia che mi rimaneva, sentivo la tua voce chiamarmi per nome, la sentivo dirmi "ti amo", la sentivo dire che sarebbe rimasta lì per me, che mi avrebbe tenuto lucido e sano di mente. Ma, più ci pensavo, più sentivo di star uscendo di testa. Sei stata tu a tenermi lucido e a farmi impazzire allo stesso tempo. Solamente tu»