Recenti lezioni ci hanno dimostrato quanto può la paura dei nuovi flussi migratori. Allargando ad un'intera etnia le caratteristiche di alcuni dei suoi membri (che vivono in una situazione di marginalizzazione), si sta oggi costruendo l'immagine del nemico immigrato, capro espiatorio ideale per una società che, avvolta in un processo di trasformazione anche etnica, fatica a riconoscersi. Da sempre il nemico è descritto come brutto e sporco, spesso emana cattivi odori e compie terribili crimini. Perché? Perché la costruzione di un nemico rafforza un'identità e quando un nemico non c'è occorre costruirlo. Però il nemico non è sempre un essere ripugnante, Eschilo ha raccontato i Persiani dal loro punto di vista; Tacito ha analizzato i Germani dal "Barbaricum" [...] ma è molto raro, per farlo bisogna essere un poeta, un santo o un traditore. Chiunque ha bisogno di costruirsi un nemico per sapersi riconoscere. Un'entità che analizza il nemico possiede un'identità debole: infatti il 90% di noi è molto debole. Costruire un'identità richiede consapevolezza intellettuale e purtroppo, i poveracci che non ci arrivano, ne creano una attorno ad una bandiera o ad un odio (la paranoia del complotto). L'importante è evitare di trasformarci nei personaggi delle opere cavalleresche ed eleggere a nemico il primo che ci passa davanti.All Rights Reserved