"Accostò ancora il suo viso al mio, come era solita fare prima di andare a dormire, e qui, da sola, si abbandonò finalmente ad un pianto sommesso. Ora poteva sfogare tutto il suo cordoglio, piangendo e accarezzando, fino al mattino, la mano dell'uomo che l'aveva amata infinitamente per più di cinquant'anni." (dal testo).
In ogni cosa i punti di vista a riguardo sono sempre diversi, anche nella morte. C'è chi ne soffre per il defunto amato, chi pensa che in fondo, "è meglio così" e a chi, sinceramente, importa poco.
" E a chi potrebbe importar poco?" direte voi.
Al morto, no? Certo non sempre eh, affatto. Esistono anche morti rammaricati per quella loro situazione, ma questo non è il nostro caso. Il protagonista del mio racconto è quasi sereno del suo esser trapassato, realizza infatti che in una botta sola si è liberato dei debiti, dei dolori e di tutti quei "problemucci" che comporta la conduzione dell'umana esistenza, ormai terminata. Tale pensiero però , potrebbe anche scomparire in quest'uomo per far posto ad altre considerazioni, (come l'amore per esempio) volte a sopperire il suo egoismo.