Scrivo di ciò che mi lascia un'emozione che altro non era che la mia nemica; del tramonto di tutti i giorni, sicuramente uguale ad uno precedente, ma che in me è come se nascesse sempre per la prima volta; della mamma che compiaciuta mi guardò con intesa quando, all'uscita dell'asilo, mio cugino proprio non voleva uscire dalla mela di plastica rossa ed io cercai di convincerlo dicendo che sarebbe diventato una bellissima farfalla; e di baci, di pelle e di mani. Scrivo disegnando parole su fogli bianchi dando voce a quella sensibilità contro la quale ho combattuto per anni cercando di soffocarla. Così sono guarita.