"Riesco a prendere la palla ed inizio a correre. A correre più che mai, verso la porta. Manca pochissimo; più o meno trenta secondi. Nella mia testa continuo a ripetermi 'ce la posso fare.' Tutti gridano ed esultano, tifano per me. Sono quasi davanti la porta ma altri due giocatori della squadra avversaria mi si parano davanti. "Ora Tyler, ora." Grida il coach dalla panchina. L'adrenalina mi scorre nelle vene, sento di star per scoppiare. Ora o mai più. "Vai Tyler." Sento gridare. Quella voce è così famigliare, la riconoscerei tra mille. "Vai." Grida di nuovo. E in un attimo la palla è in rete. Tutti si alzano per esultare, abbiamo vinto. Mi giro per cercare quegli occhi che amo tanto. E la trovo lì, che sorride. Cerca di sorpassare tutta quella gente e finalmente la vedo apparire di nuovo. Corre verso di me, sventolando la mano in aria. Forse per farsi vedere. "Tyler." Mi grida da lontano per farsi sentire. Ed ora che ci faccio caso sembra preoccupata. "Tyler." Grida di nuovo. E subito dopo, in un secondo, qualcosa di enorme mi travolge, ma la vedo scomparire nel bosco. "Tyler..." arriva davanti a me ed io mi giro lentamente. "Alaska, devo andare." Dico cercando di coprire il più possibile i miei occhi. "Inutile nasconderlo, io lo so. Io so cosa sei, Tyler."