Yuuri pattinava osservando le ferite che silenzioso infliggeva al ghiaccio. Superficiali alcune, più profonde altre, eppure sapeva che però quelle cicatrici non erano abbastanza; non sarebbero mai riuscite a spezzare la superficie cristallina. Non qui per lo meno, non quella distesa finita. Non c'era nessun pericolo, lì. Cionondimeno, Yuuri ne era consapevole, se la superficie fosse stata più sottile avrebbe potuto farlo; rompersi, sbriciolarsi sotto i suoi piedi, inghiottirlo, facendolo precipitare nell' oscurità.
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