Paura, sofferenza, lacrime, erano le uniche emozioni che vedevo nel suo volto pieno di rossori. Mi piaceva picchiarla , sgridarla , insultarla e sbatterla contro il muro fino a quando smetteva di urlare e piangere , perché mi dava l'idea di essere un uomo forte e corragioso. Il suo nome è Elisabeth ma io la chiamavo "Mine" , perché mi apparteneva sia lei che la sua vita fino al momento in cui mi arrestarono e me la portarono via. Dopo i miei 6 anni passati in carcere mi resi conto che era diversa, energica e aveva stampato nel viso un sorriso pieno di gioia e felicità che non vedevo dai tempi del liceo. Perché insieme a me non era felice come una volta? Perché se n'è andata lasciandomi da solo? Perché non ritornava da me? Pensavo di averle dato tutto l'amore che si meritava, ma .......