Samira non ha bisogno di etichette: quelle lasciamole al supermercato, sostiene. Il romanzo segue le vicende della sua vita, partendo dalla sua infanzia con il disturbo ossessivo compulsivo, fino ai suoi venti anni. Un unico filone narrativo che segue la crescita anagrafica di Samira e della sua personalità, passando per l'amore, anche lesbico, la cultura (secchiona!, l'additano i suoi compagni di classe, approfittandosi della sua bontà nel passargli i compiti e le verifiche), lo sviluppo dei suoi disturbi e la graduale perdita di speranze per il futuro. L'omologazione ai suoi coetanei e la progressiva rinuncia ad aprire la mente tanto chiusa di amici e genitori. Solo la scrittura potrebbe salvarla. Sarà sufficiente?
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