Se la tua vita fosse un continuo terrore, un dolore lancinante, un coltello che continua ad infilzarti senza mai, mai, smettere? Soffriresti. E se ci fossi abituato? Abituato al dolore, tanto che non fai più caso a nulla e accetti in silenzio. Senza lamentarti, senza ribellarti, senza parlare, senza fare nulla. Le abitudini sono delle pareti, una volta che sei circondato da questo dolore e ci fai l'abitudine, ti chiudi al resto del mondo. Non pensi più a quanto le cose siano ingiuste, tanto sono da sempre così. Apri gli occhi, aprili e scopri il mondo, e sopratutto, scopri cosa hanno fatto Katherine, Percy e Tomas.
~Anais173~
ATTENZIONE: in questo libro sono contenuti scene di sesso e violenze esplicite , perciò chiedo che venga letto da un pubblico consapevole di ciò che vuole leggere evitando voci che si lamentano, grazie e buona lettura.
"Uno novembre.
Ore zero quattro e sette di mattina.
Il soggetto è esausto, sembra delirante.
Si muove con lentezza nell'ombra, non reagisce agli stimoli.
I muscoli fanno scatti improvvisi e i farmaci non funzionano.
È un topo da laboratorio, gira e rigira nella sua ruota.
Non riesce a fermarsi, farnetica e fatica a stare dietro ai suoi pensieri.
E a quello che gli viene detto.
Quando chiude gli occhi, non percepisce la realtà, il suo respiro si intensifica e l'affanno diventa tale da non permettergli di riaprirli se non nel buio più totale.
Nella sua testa si ripete solo un'immagine: lei, con la pelle di luna e i capelli di sole.
Nuda tra le sue braccia.
Il soggetto sono io.
E non so più dove ho messo la testa."