Non avrebbe mai immaginato che la prima cosa di cui ti viene voglia dopo aver ucciso qualcuno, è un caffè. La strada scura e quasi deserta gli si srotolava davanti incutendogli timore e impedendogli di pensare lucidamente. Entrò quasi senza pensarci in una sottospecie di bar piccolo e sporco, poco meno che una bettola, e si sedette al bancone. Ultimo sgabello a sinistra. "Un caffè" chiese svogliatamente. -------------------------- "Credo che il mondo sia vuoto, capisci? Che tutti stiano male ma nessuno soffra davvero, e sento come se tu capisca la mia sofferenza. In te, Harold, vedo tutto il mondo che fuori non c'è" "Louis" sussurrò l'altro, per poi alzare gli occhi verdi e puntarli nei suoi. Bruciano, pensò il castano. Harry si avvicinò a lui lentamente, e gli poggiò le labbra bollenti sul collo, tanto che l'altro rabbrividì. "Anch'io" disse. "Cosa uccellino?" "Anch'io a volte sto così male che non riesco a respirare" ----------------------------- Uccidere ti rende sempre un assassino? Vendere il tuo corpo ti rende sempre un peccatore? ----------------------------- -Liberamente ispirata a "Delitto e castigo" di Dostoevskij.-