"La verità è che tu non mi conosci e che io non conosco te. Magari credi di sapere chi sono ma ti assicuro che non è così. Avere condiviso per anni gli stessi cinque metri quadrati assieme ad altre quindici persone non fa di noi degli amici." "Sei ubriaca" la interruppe Zayn, sperando davvero che fosse la verità. "Allora dimmi qual è il mio film preferito, o la canzone che mi rende triste o il mio quadro preferito. Raccontami di quella volta quando a dieci anni stavo affogando perché mia cugina mi aveva trascinato a largo e non sapevo ancora nuotare o di quando caddi dall'altalena rompendomi un braccio. Prendimi in giro per la mia memoria corta e poi fammi la ramanzina perché sono talmente pigra da non pulire i miei occhiali da vista finché non arrivano al limite dell'oscenità." Egli, sempre più confuso schiuse le labbra per dire qualcosa non riuscendo comunque a sillabare parola. Non riusciva a capacitarsi di come si fosse ritrovato in una situazione del genere, evidentemente possedeva un talento puro per scambiare di archivio le conversazioni da evitare con quelle fattibili. "Penso che nessuno ti conosca davvero, voglio dire, non ci riveliamo mai del tutto a chi ci sta di fronte, che sia un amico stretto o la tua stessa famiglia. Siamo circondati da ombre, noi stessi siamo ombre perché nessuno conosce realmente la persona che gli sta accanto. Siamo come sagome nere dai contorni indefiniti. Al buio." Quello stesso buio che li circondava in quegli istanti eterni, con una leggera brezza ad accarezzargli i volti e i sussurri delle onde infrangendosi sulla sabbia.All Rights Reserved