Quando ho iniziato ad esistere
11 parts Ongoing Anastasia Campbell ha 20 anni, è cresciuta in un piccolo paese dell'Irlanda, in una casa fatta di silenzi e ferite invisibili. Figlia di una famiglia disfunzionale, ha imparato presto a nascondersi, a non farsi notare, a confidare solo nel suo peluche Bear, l'unico con cui parlava davvero. La sua infanzia e adolescenza sono un susseguirsi di giorni solitari, dove la timidezza diventa corazza e il mondo resta sempre troppo distante.
Tutto cambia quando, dopo la morte della nonna paterna, la famiglia si trasferisce in Canada per ricominciare. Nella casa lasciata in eredità, immersa in un paese nuovo e in una lingua che suona diversa, Anastasia si iscrive all'università. Ed è lì, tra aule piene di voci e corridoi che sembrano troppo grandi, che inizia a succedere qualcosa.
Un giorno, per caso, conosce Sophia Anderson, vivace, impulsiva, solare, e Olivia Brown, elegante, riflessiva, intuitiva. Le due ragazze, così diverse tra loro, riescono a vedere in lei qualcosa che neppure Anastasia sa di avere. Tra muffin al cioccolato, cappelli assurdi e dialoghi sinceri, le tre ragazze costruiscono un'amicizia che diventa rifugio, famiglia.
Ma il vero scossone arriva sotto forma di Justin Bradley , uno studente silenzioso e sfuggente che, senza volerlo, accende in Anastasia emozioni mai provate. Il loro rapporto è un tira e molla di sguardi, incomprensioni e parole non dette. Justin è tutto ciò che la destabilizza, che la fa sentire viva e impaurita insieme. E quando la sua presenza diventa troppo intensa da ignorare, Anastasia si troverà a dover fare i conti con se stessa.
Tra crolli emotivi, nuove consapevolezze e con molte nuove amicizie scoprirà anche che amare non significa perdersi, ma ritrovarsi. Che aprirsi non è debolezza, ma forza. E che forse, il dolore può essere il terreno dove nasce qualcosa di bello.
Perché anche chi è cresciuto nel silenzio merita una voce.
E anche chi è sempre stato invisibile, può imparare a fiorire.