Attenzione: con questo mio scritto, pubblicato senza alcun scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere delle persone presenti, né di offenderle in alcun modo.
Ci tengo inoltre a precisare che i loro comportamenti non sono assolutamente da prendere come esempio.
«Io non sono pazzo.» disse atono. «Sarò logorroico, eccessivamente vivace, lunatico ma NON SONO PAZZO.» ad ogni parola il suo tono diventava sempre più elevato. La mia paura non faceva altro che crescere, se prima riusciva anche ad rassicurarmi, ora era tutto il contrario.
«I-io...» tentai di dire, le parole mi morirono in bocca.
Mi stava osservando in silenzio, aspettava che continuassi e il suo sguardo minaccioso mi obbligò a farlo.
«N-non p-penso c-che t-tu s-ia p-pazzo» conclusi balbettando.
La sua mano era ancora attorno al mio collo, lo stringeva e mi mancava quasi il respiro. Non aggiunsi altro per paura, dalla sua espressione avevo capito che non l'avrebbe tolta molto presto. Lo guardavo, il mio sguardo era più una supplica a lasciarmi andare. Con l'altra mano, quella con cui precedentemente mi aveva alzato il viso per far scontrare i nostri volti, mi fece una carezza.
Voltai il mio viso dal lato opposto, fu un grosso sbaglio. Lo fece arrabbiare ancora di più.
«Tu lo pensi.» affermò. «LO PENSI.» la stretta al mio collo fu sempre più salda.
La storia è possibile trovarla anche su Efp :)
«Non posso credere che tu sia così arrogante, Kenan. Ogni volta che apri bocca, sembra che il mondo giri solo intorno a te»
«Oh, Alisia, smettila di nasconderti dietro la tua rabbia. So che sotto sotto ti infastidisco solo perché non riesci a smettere di pensare a me.»
Si sa, la linea che separa l'amore dall'odio è più sottile di quanto sembri.