𝐆𝐨𝐝𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐌𝐨𝐧𝐬𝐭𝐞𝐫𝐬 𝐒𝐞𝐫𝐢𝐞𝐬 || 𝐋𝐢𝐛𝐫𝐨 𝐈 - 𝐈𝐍 𝐑𝐄𝐕𝐈𝐒𝐈𝐎𝐍𝐄 Secondo un'antica credenza, la lavanda riusciva a curare i morsi dei serpenti. Eppure, proprio tra quei cespugli si annidavano quelle creature, e bisognava avvicinarvisi con estrema prudenza. La lavanda simboleggia la tenera nostalgia e il ricordo, la virtù e per alcuni riuscirebbe ad allontanare la negatività in tante sue forme. Davvero curioso che, allo stesso tempo, possa simboleggiare pure qualcosa di brutto come la diffidenza. Il viola, colore prevalente in quei fiori dall'intenso e ottimo profumo, è l'unione tra il terrestre e il divino, tra carnalità e trascendenza, per alcune culture tuttavia è anche una tonalità legata alla morte, alla sofferenza, al dolore. Questo Tyrian lo sa, come sa che la sua presenza è capace di portare sollievo o dolore a chiunque, a seconda della visione di coloro che -prima o poi- riescono a vederlo. Per la maggior parte non è niente di più che uno spettro, un invisibile. Le persone gli passano accanto e non lo vedono. Nonostante questo lo riempia di profonda tristezza e malinconia, d'altro canto lo rende pure felice, perché sa che quando una persona finalmente lo vede, non sarà un buon segno e qualcosa di brutto, a volte orribile, accadrà. Un giorno, però, Tyrian scopre che a vederlo stavolta è una ragazza di appena diciotto anni. Tyrian conosce le regole legate alla sua esistenza e alla sua natura; sa che certe cose non si possono evitare né combattere, ma sa anche di avere un cuore, dietro quei capelli e occhi color lavanda, dai quali proviene il nome col quale è conosciuto nelle leggende urbane di nicchia: Lavender Boy. [La storia può contenere scene esplicite/non adatte a tutti. Può esser presente linguaggio scurrile.]
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