L'uomo non fa altro che ricercare "la sua metà" e l'avrei cercata anch'io e in questa stessa illusione mi sarei crogiolato io stesso, se non fosse stato che un giorno, nel mezzo della riflessione, io non capii che l'altra mia metà non era stato affatto l'amore mio, quanto invece la forza portante del mio tormento esistenziale, il mio più atroce dolore e di lui era pregno il mio sangue e con i suoi stessi occhi guardavo. Se fossimo stati in un film, lui sarebbe stato il secondo nome nei titoli di coda, la dedica del mio romanzo, la copertina del mio libro.
"A te, che hai condotto la mia vita"
A te che mi hai esasperato, a te che mi hai lentamente costruito, all'odio che hai instillato, il calore del mio corpo, lo sfogo della mia pelle, l'irritazione più acuta, a te che hai deciso anche per me. Alla mia metà.
Sarebbe potuta andare diversamente, ma è andata così e sono giunto ad un'età che reprime le parole tediose tanto amate in gioventù.
Ha messo mani alla mia psiche e l'ha irrimediabilmente corrotta. Ho amato qualche donna e ho amato qualche uomo e delle donne non so se sono state amate per voglia di omettere e degli uomini non so se sono stati amati per voglia di sottomettere.
I figli del re hanno bisogno di una tutrice che possa insegnare loro a controllare i loro poteri e il re ha un solo nome in mente, Lilian. Purtroppo per lui le sue azioni passate non vengono cancellate da un semplice "mi dispiace" e benché la ragazza non lo mostri e sia la prima vera figura "materna" che i figli del re incontrano, le ferite inferte potrebbero essere più gravi di ciò che lui pensa...