Il suo profumo era inciso in quel vecchio foglio. Le impronte delle sue grandi dita avevano sporcato quella carta, ormai gialla, con l'inchiostro della penna. Nell'angolo in fondo alla lettera c'era una piccola macchia di tè al limone; infatti si era scusato di questa cosa, ma mentre rileggeva la lettera stava bevendo dalla sua tazzina di ceramica blu. La sua scrittura era molto precisa proprio da gentiluomo, proprio come le sue scuse. Una frase che mi colpì quando mi arrivò quella lettera fu: "Mi hai mai visto, mi conosci, abbiamo vissuto momenti bellissimi. Sei un fiore bellissimo, delicato...proprio come quella margherita che decora i tuoi capelli." Ormai dei capelli rossi non vi è più traccia. A decorare il mio viso pallido ci sono solo alcuni capelli bianchi. Anche se la mia vita dipende da questo macchinario, le margherite nella mia vita non mancheranno mai. La sua margherita, ormai anche lei invecchiata, è custodita sempre nel mio libro preferito, potrei dire che ha ancora il profumo di quel giorno d'agosto. Lui è andato in questo lungo viaggio, ora lo sto raggiungendo e non posso che essere la donna più felice del mondo.