"Ehi".
Così mi salutavi sempre. E intanto sorridevi. Anche al telefono, anche se non potevo vederti, tu sorridevi e io lo sentivo, chiaro come la tua voce.
L'ultima volta che mi hai detto "Ehi" quasi non me lo ricordo. Avessi saputo che era l'ultimo lo avrei tenuto nel mio cuore per sempre.
Non me lo ricordo ma mi fa piangere.
E' passato quasi un anno ormai, e io non riesco a far passare questa voglia incontenibile di piangere. Mi trovo la sera a pensarti, e vorrei poterti parlare, poterti chiamare. Eri l'unico a potermi consolare, l'unico a potermi far stare bene. Incredibile come le cose cambino. Ora sei il dolore più grande, il rimpianto più vero.
Da quando sei morto non so nemmeno io se sono viva. Certo, all'esterno quasi non lo do più a vedere, nessuno sospetta nulla. Io però ho questo qualcosa dentro da tirare fuori.
Non posso chiamarti, ma vorrei comunque scriverti nella speranza che qualcosa ti arrivi.
Non voglio parlarne con nessuno, ma vorrei che il mondo intero sapesse di te e di quanto io stia male. Non voglio un diario segreto, un quaderno, un'agenda. Ho bisogno di tirare fuori i nostri ricordi, di lanciarli il più lontano possibile. Vorrei arrivassero dall'altra parte del mare, non che rimangano tra le lenzuola e le federe zuppe di lacrime.
Così ho deciso di aprire un diario pubblico, qui.
Sotto gli occhi di tutti, potenzialmente, sono anonima e vera.
"Perché tutte le piccole cose che fai
sono ciò che mi ricorda perché mi sono innamorato di te
E quando siamo separati e mi manchi
chiudo gli occhi e tutto quello che vedo sei tu"