Le luci erano così accecanti, come la bottiglia di Rum che stringevo tra le mani. A furia di correre gli anfibi marroncini che indossavo mi avevano creato piccole bolle sotto ai talloni, potevo sentirne la sfregatura ogni volta che facevo un passo, ma onestamente, poco me ne fregava. Era la notte più magica della mia vita e, nonostante avessi in corpo una bella quantità di alcol , potevo esser certa che ne avrei ricordato ogni dettaglio. In piedi sul cornicione del cinquantesimo piano di un grattacielo di L.A. presi una sigaretta dalla tasca posteriore del mio pantaloncino di jeans strappato nero , mi avvicinai verso di " lui" , mi strinsi tra le sue braccia, che mi avvolsero come sempre, sfilai l'accendino che gli avevo regalato quando avevamo 13 anni e mi accesi la sigaretta. Dopo alcuni secondi se ne accese una anche lui, portandosi l'accendino all'altezza della sigaretta, la luce che emanò la fiamma gli illuminò gli occhi verdi, facendo intravedere una piccola ruga formatasi sulla fronte e un ricciolo ribelle castano che fuoriusciva dalla bandana arrotolata che indossava. La bottiglia di rum che continuavo a stringere era finita, ma non la buttavo perché volevo avere quell'immagine di noi due impressa nella memoria, proprio così com' era, così. Perfetta. Il suo braccio sinostro mi cingeva le spalle e con un po' di fatica , tra un bel po' di tatuaggi, riuscivo a intravedere la fine il nostro tatuaggio : " fweaky" Fu proprio una bella idea tatuarci la stessa frase mesi prima. Parliamo del mio migliore amico. C'è sempre stato, ci sarà sempre. E con ciò mi feci avvolgere da quella notte, da quelle luci, da quel profumo e da quella sicurezza, che le cose sarebbe state così. Per sempre.