"Una forte rabbia circondava il suo cuore. Megan non riusciva a dimenticare, a cancellare l'immagine del suo pianeta che lentamente cadeva. Non riusciva a smettere di udire il rimbombo delle grida nelle sue orecchie. Quelle grida che uscivano dalla bocca, fino all'ultimo respiro, della sua gente che correva alla ricerca disperata di un posto dove salvarsi, consapevoli però, che era finita. E, soprattutto, ricordava suo padre, il re di Niflheimr, pregare in mezzo alla piazza con un dolce sorriso sulle labbra, perché stava morendo sapendo di aver dato tutto al pianeta e alla sua unica figlia. Infine l'ultima cosa che ricordò, prima di essere stata messa su una navicella con forza per scappare al sicuro, fu il suo grido e quello sguardo blu, che si girava verso di lei, quasi inchiodandola, come se sapesse cose che non avrebbe dovuto. Lo aveva promesso, aveva giurato che un giorno sarebbe riuscita ritrovarlo e a distruggerlo lentamente fino ad arrivare al cuore: glielo avrebbe strappato con le sue stesse mani come lui aveva fatto con lei. Perché sì, quel "valoroso" Dio del tuono le aveva strappato il cuore, l'unica cosa che diffondeva calore a Niflheimr, la città di ghiaccio."