#26 in FANTASCIENZA
(...)
-La probabilità è uguale per tutti, nemmeno ci spero che esca il Giappone-
- Mi dispiace per te ma spero proprio che non venga pescato il Giappone, ci sono nato, ci vivo e per quanto dicono i miei genitori ci dovrò anche morirei-
-Si dice "morire" Jun, direi che tu non fai parte de gli studenti specializzati in lingue-
-E tu non penso proprio sia qui per un premio in pedagogia, Lizzy, giusto?-
(...)
-Signore e Signori! È dunque giunto il fatidico momento. Qui davanti a me, come potete vedere, abbiamo oltre duecento sfere, ognuna contenente il nome di uno stato. Senza indugiare ancora, richiamo ancora una volta la vostra attenzione e chiamo qui il Signor Hamilton, un forte applauso!-
-Si, sono Lizzy, anzi, per te sono la signora Lizzy, come Sig. Hamilton-
Entrò così nella Arena il Sig. Hamilton, uno degli uomini più ricchi al mondo. Era vestito come al suo solito, smoking con camicia bianca cucita su misura per lui e, come se non bastasse, un paio di ali di gabbiano in lino iridescenti che uscivano dai pantaloni, ad altezza del ginocchio e si protraevono per mezzo metro. Il Sig. Hamilton era rinomato anche per il suo look unico e stravagante, nonostante fosse un uomo circa sessantenne, infatti, continuava a lanciare trend anche per i più giovani. In molti lo definivano genio, molti altri lo immaginavano come un modello da seguire, la restante parte lo detestava, forse perché molto ricco, forse perché non se sbagliava mai una. Nella grande Arena calò il silenzio. Il Signor Hamilton allungò il braccio sinistro nella grande sfera trasparente contenente tutte le altre colorate di bianco. Mescolò per qualche secondo e poi ne tirò fuori una. Prima di aprirla lanciò uno sguardo veloce alle diecimila persone che lo stavano seguendo: politici, imprenditori, e infine i 100. Con due mani divise in due la sfera, ne lesse il contenuto, sorrise, si avvicinò al microfono e
-Mi rivolgo ai 100, è con immenso onore che vi auguro ...-