Walking in my mind

Mi afferrò per una spalla e mi fece girare bruscamente verso di lui.

I nostri petti si scontrarono tra di loro e i nostri respiri si mescolarono.
Sentii il sangue rombare nelle orecchie e non capii più nulla.

La sua vicinanza mi confondeva e spaventava al tempo stesso.

Ci misi un po' prima di staccarmi e di smettere di pensare al profumo che avevo sentito poco prima, standogli tanto vicino da poterlo quasi baciare.

Lo stesso di Oscar.

«Cosa vuoi?» chiesi scocciata.

Lo vidi indietreggiare spaventato, andando a sbattere contro al palo dietro di lui.

«Che c'è? Hai per caso visto un fantasma?» lo beffeggiai.

«Tu...i tuoi occhi...i tuoi occhi sono...»
«I miei occhi?» chiesi, non capendo a cosa si stesse riferendo.
«I miei occhi sono azzurri» dissi con un alzata di spalle.

«Ma p-prima erano...» cominciò balbettando.
«Prima? Prima cosa? Sono sempre stati azzurri!» esclamai stufa di non capire.

«Sei tu...» sussurrò esterefatto.
«Cosa stai blaterando?» Avevo voglia di tirargli un pungo e di estorcergli le parole si bocca con la forza perché l'agitazione si stava impossessando di me.

Odiavo non sapere le cose.
Mettevo in dubbio me stessa, la mia identità, se mai quella fosse stata una vera identità.

«Vieni con me» mi strinse con vigore un polso e lo tirò con uno strattone.

Iniziò a camminare ed io lo seguii,come impossessata da qualche strana forza esterna.

Ma cosa c'entrava il colore dei miei occhi, adesso?

E poi, chi ero io?

{estratto dal capitolo 6}

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