ℳiraculous: è il tuo destino❃
Libro 1✿
La figura si girò verso i ragazzi e aiutò Marinette ad alzarsi in piedi assieme a Adrien, che per tutto il tempo era rimasto accanto alla sua amica. La ragazza di fumo sembrava incredibilmente solida per essere fatta, be', di fumo.
"Perdonate la mia maleducazione. Non mi sono ancora presentata. Io sono Tikki, prima principessa della dinastia Xia" si fermò un attimo per riprendere fiato, poi riprese a parlare.
"Sono l'essenza della creazione e della fortuna, lo spirito che dimora nel Miraculous della Coccinella, ciò che rende Ladybug quella che è"
"Ma... cosa ci fai qui? Perché farti vedere da noi? Perché Marinette ha fatto quella cosa col fumo?" chiese Max confuso.
"Perché dici? Riesco a percepire il sangue mio e dei miei simili scorrere nelle vene di otto di voi. Li sento che vi chiamano e non riescono a raggiungervi, perché sono troppo lontani"
Prese un profondo respiro e poi continuò.
"Otto di voi, gli otto discendenti, sono l'ultima speranza del mondo"
Poi si rivolse a Marinette.
"E tu, piccola coccinella mia, sarai la prima di loro"
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Sono passati già due anni da quando Marinette è diventata Ladybug e ora manca solo poco più di una settimana al suo compleanno, e lei è nervosissima. Perché?
Diciamo che sta per tornare a casa dopo aver passato dieci anni con sua zia Sabine in Francia, quindi è felicissima, ma se ci fossero dei problemi?
E poi, che tipo di problemi?
Del tipo che viene dal passato...
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Purtroppo Miraculous non appartiene a me ma alla ZagToons, quindi a loro tutti crediti. Tranne quelli dei miei personaggi e della mia trama; quelli sono, come dire... Miei?
✔→ COMPLETA.
«Only a man in a funny red sheet /
Looking for special things inside of me, inside of me.»
Ridacchia il viso dolcemente rattristito di Elek. Con quelle cuffiette alle orecchie, tutto il mondo riesce a rimanere fuori. Dalla poltrona rossa dell'enorme libreria, guarda le persone scorrere da una parte all'altra e sorride quasi, col libro aperto fra le mani.
Poi due occhi si avvicinano, chiedendo qualcosa.
Si morde le labbra, mentre le gote scoppiettano di un rosso scarlatto di fronte a quel viso familiare. Lui sorride con attaccato alla maglia una spilla col suo nome scritto col pennarello: März. Sa già come si chiama, ma lo legge ogni volta, sentendo il cuore palpitare all'impazzata.
Vorrebbe avvicinare il viso al suo, ma una voce melodiosa gli ricorda che non può. Oh, farebbe meglio a lasciar perdere... perché lo sa, sa che non può. E come quella canzone non smette mai di ricordare ai suoi occhioni lucidi: «It's not easy to be me!»
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