Mi svegliai tutto sudato, come se fosse stato tutto un brutto sogno, quando la mia mente era consapevole di ciò che era appena successo. Cercai di far finta che fosse tutto normale, ma dentro di me sapevo che l'avventura che avevo appena superato mi aveva segnato nel profondo. Continuavo a ripetermi che era tutto a posto mentre mi alzavo con fatica dal letto dell'ospedale, mi recai a fatica verso l'entrata principale del corridoio che collegava tutte sale ad un unico centro. L'atmosfera era quella tipica di un ospedale, si sentiva di rado il fastidioso tossire di un malato; mi avvicinai a vedere chi fosse quella persona, non potevo credere ai miei occhi: era Valentin che si era appena risvegliato da un lungo sonno. Mi sedetti a fatica gettando con tutta la violenza possibile il mio peso da malato mentre continuavo a guardare i gesti che mi faceva Valentin con la mano destra, sembrava che stesse parlando una lingua ancora sconosciutami, ma la verità era una: c'eravamo appena risvegliato da un lungo sonno duratoci due anni.