Un ruggito di gioia si levò dal buco alle sue spalle. Harry rimase a bocca aperta: parecchie mani lo trascinarono dentro la stanza. <<Abbiamo vinto!>> gridò Ron, balzandogli avanti e brandendo la coppa d'argento. <<Abbiamo vinto! Quattrocentocinquanta a centoquaranta! Abbiamo vinto!>> Harry si guardò intorno; c'era Ginny che gli correva incontro: aveva un'espressione dura; splendente, e lo abbracciò. E senza riflettere, senza averlo premeditato, senza preoccuparsi del fatto che cinquanta persone li stavano guardando, Harry la baciò. Dopo parecchi lunghi istanti... o forse mezz'ora... o forse parecchi giorni di sole... si separarono. Nella stanza era calato il silenzio. Poi partì una serie di fischi di ammirazione e ci fu un'esplosione di risatine nervose. Harry guardò sopra la testa di Ginny e vide Dean Thomas che teneva in mano un bicchiere infranto e Romilda Vane che sembrava pronta a scagliare qualcosa. Hermione era raggiante, ma lo sguardo di Harry cercò Ron. Alla fine lo trovò, ancora aggrappato alla coppa, è con l'espressione di chi ha preso una bastonata in testa. Per una frazione di secondo si guardarono, poi Ron fece un piccolo cenno col capo che Harry interpretò come un 'Beh.. se proprio devi'. Mentre la creatura nel petto ruggiva trionfante, Harry rivolse un gran sorriso a Ginny e fece cenno senza parlare al buco del ritratto. Una lunga passeggiata nel parco sembrava proprio appropriata, durante la quale - se ne avessero avuto tempo - avrebbero anche potuto discutere della partita. -Harry Potter e il Principe Mezzosangue (J. K. Rowling)
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