Temperanza s. f. [dal lat. temperantia, der. di temperare nel senso di «moderarsi, osservare la giusta misura»]. - Nell'etica classica, virtù che permette l'uso equilibrato dei piaceri corporei, conformemente alla retta ragione; nella teologia cattolica è una delle quattro virtù cardinali. La temperanza è, tra le virtù, quella meglio incarnata da Lavinia, giovane studentessa e promettente pianista. La sua vita si è sempre srotolata con equilibrio, mai una curva brusca né un salto inaspettato; all'alba dei suoi diciotto anni, però, questa calma non potrebbe essere più in pericolo di così. La sua storia di fragile armonia si incontra con quella di Damiano, esempio più che mai lampante di smodatezza in ogni suo aspetto; compiuti diciannove anni, la temperanza è una delle (poche) virtù che gli manca. Due gioventù diverse, intersecatesi per Fortuna, sono destinate a niente se non a ristabilire una (in)stabilità l'una nell'altra.