"Il mio nome? Sarebbe bello ricordarselo. Tutti noi siamo ragazzi senza un nome, senza un volto. La nostra esistenza è stata dimenticata o non è mai stata scoperta. Le nostre identità sono state cancellate, a parte una singola lettera che distingue gli uni dagli altri. Tutti noi non siamo che semplici lettere dell'alfabeto, o soprannomi di quattro o cinque lettere. Proveniamo da tutto il mondo, un mondo che ci ha dimenticati o che non ci ha mai voluto, per aiutare questo stesso mondo. Siamo tutti orfani senza una famiglia o creature innocenti abbandonate solo perché esistono. Hai capito, Enjel? No, meglio che cominci ad abituarti ad essere chiamata con una singola lettera. Tutto chiaro, E?" Queste parole colpirono nel profondo Enjel quando il primo bambino che le rivolse la parola le pronunciò.