Come si deduce dal titolo, ebbene sì.. questo non è altro che un diario. Un diario di sentimenti perduti, un diario di emozioni vissute, di dolori superati o quasi, un diario di cadute, gioie, amore, amicizia...
ho deciso di scrivere questo diario perché qualcuno mi ha insegnato che tenere le cose dentro fa male. Scrivo perché qualcuno mi ha segnato così tanto, da farmi credere che da un momento all'altro potessi morire se non avessi parlato. Scrivo perché mi fa bene, perché ho imparato che nella vita dobbiamo pensare prima a cosa ci fa stare bene. Dobbiamo pensare a metterci al primo posto, ad essere la nostra priorità, a condividere un sorriso con se stessi, ad accarezzarsi.
Ho imparato che nella vita non è tutto bianco o nero, ma che di mezzo ci sono talmente tanti colori.
Ho imparato che chiedere aiuto non è da fragili, ma è l'azione più coraggiosa che una persona possa fare, per se stessi. Per amarsi, un po' di più.
Ho imparato che, anche se la vita ti rema contro, il tuo cuore, con accanto a te persone che ti amano, diventa un po' più leggero.
Ho imparato che chi è vissuto, tutto d'un tratto te lo puoi solamente portare dentro, tra i ricordi più dolci e belli.
Ho imparato che, molto spesso anche se credi che stai vincendo, in realtà stai solamente perdendo, ti manca qualcosa, quel qualcosa che ti fa arrivare al primo posto, cercalo....
Ho imparato che non è facile, ma si può fare!
Ho imparato che il mondo non è tutto sporco, tutto cattivo, tutto egoista...
ho imparato che nel corso della vita puoi incontrare tante persone che si dimostreranno BUONE.
Ed infine ho imparato a condividere il dolore e la rabbia con qualcuno, ho imparato a parlare, anche con un signore sconosciuto per strada.. ho imparato a cercare di prendere la mia rivincita.
Ed oggi sono qua, a scrivere. Perché scrivere molto spesso ti salva la vita. Perché scrivere, molto spesso, ti mette di fronte ad una lotta per la sopravvivenza. TU,VINCILA !
Real Madrid. La mia squadra del cuore.
Ricordo ancora quando mio padre mi portava alle partite del Real, ero solo una bambina. Quando un piccolo passaggio gli faceva spuntare un piccolo sorriso sulle labbra.
Quel sorriso che si é spento troppo in fretta, come un soffio su una candela.
Il tempo passò é la passione per il calcio non smise mai, ogni partita del Real era come vita per me.
Mia madre si riprese subito dalla perdita di papà, trovandosi un compagno qualche mese dopo. Si chiamava Julien e aveva un figlio. Hector Fort. Giocatore del Barca, numero 32.