Quando, in un'afosa notte d'estate, si risveglia, infreddolita, sulla riva del mare, Sophie McHale non ha alcun ricordo di cosa sia accaduto.
Sa soltanto di avere freddo.
Molto freddo.
E anche tanta paura.
Per dirla tutta, non è neppure corretto affermare che si risvegli.
Non nel senso fisico del termine, almeno.
Chi l'ha ridotta così?
E perché nessuno sembra più accorgersi della sua presenza?
"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo".
(Marcel Proust)
(Colonna sonora: We move lightly - Dustin O'Halloran)
Un gruppo di sei ragazzi, amici e fidanzati, decide di trascorrere l'estate insieme in un piccolo villaggio vacanze lontano dalla città. Questo villaggio, nascosto tra le montagne e le foreste, è stato scelto per la sua bellezza incontaminata e la tranquillità, ma soprattutto per la sua reputazione di luogo fuori dai circuiti turistici comuni. I ragazzi sono entusiasti di passare qualche settimana in relax, lontano dai problemi quotidiani. Non hanno idea di quanto la loro vita stia per cambiare.