Quella sera non c'erano stelle, né a puntellare il cielo, né ad accendere la luce che da sempre portavo in me. Il nero, solo il nero assoluto, dentro e fuori. Forse fu proprio quel giorno che iniziai a perderla: l'anima. No, no... Un'anima ce l'avevo ancora, ma la sentivo lontana, staccata da me o meglio, urlava e strepitava come imprigionata, come legata, come... Sepolta. L'avevo venduta a poco a poco, ad ogni incontro, a chi magari nemmeno la meritava, ma non riuscivo a rendermene conto. Era un gioco per me, ma mi stava spogliando, letteralmente e in senso figurato di ogni inibizione e infine, del più piccolo frammento di dignità.
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