«Mi dovete la vita, mastro Shakespeare» disse avvicinandosi e prendendolo per mano in segno di trionfo.
«Allora il debito è piccolo, perché sono nato solo in questo istante» esclamò il poeta, con quegli occhi azzurri che brillavano per ciò che anche lui amava. La fama, la grandezza, l'apprezzamento del pubblico.
«Ciò nonostante un debito. Un debito» rispose Marlowe, perdendosi per un attimo ad osservare quel ragazzo che gli ricordava, per certi versi, un lui più giovane. Un ragazzo alla ricerca di se stesso, in quella Londra così eclettica e peccatrice.
Real Madrid. La mia squadra del cuore.
Ricordo ancora quando mio padre mi portava alle partite del Real, ero solo una bambina. Quando un piccolo passaggio gli faceva spuntare un piccolo sorriso sulle labbra.
Quel sorriso che si é spento troppo in fretta, come un soffio su una candela.
Il tempo passò é la passione per il calcio non smise mai, ogni partita del Real era come vita per me.
Mia madre si riprese subito dalla perdita di papà, trovandosi un compagno qualche mese dopo. Si chiamava Julien e aveva un figlio. Hector Fort. Giocatore del Barca, numero 32.